SALMO 22

 

 

 

 

 

 

 

È un Salmo di fiducia, perché predominano motivi di confidenza e di
abbandono in Dio. Sono presenti due metafore: il Signore pastore (vv. 1b-
4) e il Signore ospite (vv. 5-6). Il salmista si percepisce come agnello,
ospite, familiare di Dio. Ha intimità con lui.
Il Signore è chiamato “pastore” dal salmista perché è stato la guida di
Israele in tutta la storia della salvezza. Il compito del pastore è quello di
procurare alle sue pecore il nutrimento (“verdi pascoli”), di condurle a
bere (“acque tranquille”), di radunarle nell’ovile (“mi raccoglie”), di
guidarle sui sentieri giusti, di difenderle dai predatori. Il centro del
salmo è costituito dalla confessione “Tu sei con me”(v. 4). L’orante crede
in quello che significa il nome di Dio e non teme le vie spaventose del
deserto.
Il Signore è considerato dal salmista suo ospite perché, durante l’esodo, il
Signore sfamò il suo popolo nel deserto. L’ospite fa sedere i suoi
commensali attorno ad una tavola imbandita, versa sul loro capo olio
profumato, offre loro un calice colmo di vino. L’unico limite alla sua pietà
sono i nemici, che continuano a rimanere tali, ma ormai non possono più
nuocere. L’orante sperimenta che il Signore lo protegge, mettendogli a
fianco due guide: la felicità e la grazia, la coscienza di essere amato dal
Signore e custodito da lui. Da parte sua, per tutta la vita (e anche oltre!),
egli continuerà ad accogliere l’invito a trovare rifugio e riposo nella casa
del Signore.

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